mercoledì 19 dicembre 2007

Locali di Caserta: Black Cat

Un paio di settimane orsono mi sono imbattuto nel Black Cat, a Casagiove. Dopo aver orbitato pe almeno 10 minuti intorno alla Agenzia delle Entrate, ci siamo incamminati lungo la discesa che porta al locale, e già qui mi verrebbe da chiedere chi è lo stratega che ha scelto la location?, ...può succedere che non si abbia molta scelta per il luogo, resta il fatto che il locale è nascosto e riservato ai pochi eletti che si avventurano nei vicoletti.
Passiamo avanti.
Il teatrino del "si deve attendere ancora un pò", ci viene sciorinato dal buttadentro che aprendo la porta per un attimo, ci ha permesso di constatare che il locale era pressochè vuoto, ora la prima cosa che non si capisce è perchè si deve attendere al freddo mentre ci sono tanti tavoli liberi, e la risposta che ti viene è l'immagine delle vacche che aspettano nel recinto prima di andare al macello, in poche parole molti locali stanno prendendo il vizio (peraltro orrendo) di far attendere i clienti come degli animali. Tutto questo alle dieci e mezza di sera.

Domanda: perchè il locale non lo si prepara prima? In modo che non ci si prende un malanno?

Finalmente entriamo, e la prima impressione che ti da l'ambiente è di quei locali in stile Chicago anni venti (o vagamente alla Dick Tracy, per rendere l'idea) un piano al centro della sala, tavoli a macchia di leopardo.

Ennesimo tentativo di far rivivere l'epoca d'oro del jazz con una fettina di America a Caserta.

Ci sediamo.

Tempi di attesa un quarto d'ora, poi finalmente una tra le cameriere che schizzano per la sala ci nota e prende l'ordinazione. A questo punto la band (un trio non meglio identificato) inizia lo show, un tripudio di canzoni napoletane mista a un fac simile di jazz, che infiamma gli astanti in cori liturgici come solo noi al sud sappiamo fare.
Arrivano le cibarie, e qui si potrebbe aprire un capitolo a parte ma non lo farò, non ci sono abbastanza pixel in rete per descrivere lo scenario.
A giudizio di chi scrive quei piatti contenevano molta tristezza...

solo quella.

Morale, aspettiamo un casino di tempo per entrare, mangiamo poco e malino, paghiamo un botto.

Note a margine: c'è il biliardo per chi fosse interessato.

Encore:
dato che sono una persona di ampie vedute e aperto a smentite, resto in attesa di feedback su quanto detto.

Fine del diario

3 commenti:

R. ha detto...

come ho già detto è davvero un ottimo quadro della situazione,sono stato in quel locale e credo di aver provato le stesse sensazioni.complimenti e continua così!

Capitan Futuro ha detto...

Meno male che non sono il solo a pensare certe cose, mi fa piacere condividere questa piccola rivoluzione con altri.

Benvenuto, fammi avere altri feedback per altri locali.

Anonimo ha detto...

Un po' di tempo fa presi una birra alla spina (una Miller) e vi assicuro che era acqua gialla. E' vero, non ho fatto un'analisi chimico/fisica alla bevanda, però penso che da bevitore di birra riesco a capire quando mi viene servita acqua gialla che sa di acqua.