martedì 8 gennaio 2008

Status

Attualmente, stiamo decidendo su quale locale atterrare.
I dati e le statistiche intanto sono di conforto, il blog viene letto, e anche molto.

Quello di cui ho bisogno ora sono le vostre segnalazioni, la maggior parte dei locali li ho visitati, ora è il momento di definire i particolari.

Intanto da una piccola statistica personale, ho notato che ormai un'insalata costa più o meno quanto una pizza (intorno ai cinque euro).

Ora se si fa una indagine un piede di insalata costa tra gli ottanta centesimi e un euro, e comunque se ne ricava più di una, volendoci mettere anche altri ingredienti, il costo complessivo a giudizio di chi scrive non dovrebbe superare i tre euro e cinquanta centesimi (circa settemila lire, che per le insalate è comunque una cifra altina, considerando anche gli aumenti).

A voi la parola.

Cpt Felafel.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

beh.. bisogna anche considerare che l'acquisto di insalata nelle cucine dei locali non viene nemmeno effettuata tutti i giorni se si ha la capacità di conservarla opportunamente.se la cucina del locale compra un solo piede di insalata e la usa per 3 giorni, questa costerà a chi l'ha comprata .33 centesimi al giorno, e se ne vende una al giorno ha ricavato 15 euro secondo la Sua statistica. inserire anche il fattore tempo nell'osservazione dei modi in cui si forma il prezzo di vendita è altrettanto importante quanto il rapporto della sola qualità sul prezzo.
ora il caso dell'insalata però dovrebbe essere visto alla luce di un'ulteriore considerazione.
Lei ha detto che una insalata ormai costa quanto una pizza, io personalmente non ne ho esperienza, ma penso di poter capire il perchè il prezzo di una insalata sia talmente alto rispetto al tipo di prodotto offerto.
se in un locale c'è un menù a base di 20 tipi di pizza e 2 di insalata, vuol dire che l'insalata non è un prodotto venduto massivamente in quell'esercizio,il quale abbatte i costi di gestione vendendo pizze e non insalate e che chi la richiede quindi si trova a inoltrare la sua domanda in un luogo in cui il prodotto è presente in quantità minime. ergo, più domanda che offerta di insalata, ed ecco che questo potrebbe spiegare il suo prezzo di vendita "alto" rispetto ai costi che effettivamente concorrono a formarne il prezzo.
non bisogna considerare che tutti i beni abbiano una X disponibilità in ogni tempo ed in ogni luogo, ma che, nel caso dell'insalata, se il locale ne vende una al mese, è anche "giusto" che chi la chiede paghi qualcosa in più, in quanto ha richiesto e comprato un prodotto di scarsa richiesta,inserita nel menù per offrire varietà di prodotti, ma che comunque sottostà a tale considerazione: "un'insalata è economica a casa, ma non quando servita in un locale con un forno, un cemriere, un frigo, gli ingredienti aggiutivi, l'I.V.A. ecc..."
è come dire che di acqua non ne compreresti,ma nel deserto la pagheresti oro.
la cosa funzionerebbe all'inverso per le pizze se noi ci trovassiamo a ordinarle in una "insalateria" =)

infine, come nota personale sono, abbastanza d'accordo sul prezzo "rialzato" di quasi tutta la gamma di prodotti di ristorazione in vendita nei locali adibiti al servizio, colpa forse di una leeggerezza nel ponderare i prezzi al consumo di noi clienti all'entrata in vigore dell'euro.
è ormai passato dalla mente di ognuno di noi il ricordo dei primi mesi di vita dell'euro in cui c'erano indicazioni di prezzo in lire con la conversione matematica del prezzo in euro doppiamente indicati.
si.. c'è stato questo.
una pizza non è costata 4mila lire il 31 dic 2001 e improvvisamente 4euro (quasi 8mila lire) il giorno dopo...
è stato progressivo.. e ne è stata complice la nostra leggerezza..

Capitan Futuro ha detto...

Mi pare di capire che a Caserta, chi è vegetariano o chi preferisce una sana insalata è condannato a sborsare cinque euro.
Non dovrebbe essere così il prezzo di un prodotto è quello, mangiare insalata qui non è come chiedere pesce in montagna.
Ora diciamo pure che alcuni locali stanno scoraggiando (secondo me) il consumo di alcune pietanze in favore di altre, allora viene da chiedersi:

perchè inserirle nel menu?

Personalmente da un paio di anni bado molto a chi propone prezzi nei limiti della decenza, e mi duole dirlo a Caserta sono pochi.

Anonimo ha detto...

se su una popolazione di 100 persone solo 2 sono vegetariane e preferiscono una sana insalata si trovano ad avere un bisogno "costoso".
la si inserisce nei menù per varietà, per far venire al locale anche il vegetariano,che quella sera è uscito con amici ed è entrato in quel locale ed ha continuato a preferire la sua sana insalata.(non poi tanto sana.. se sapessi come la preparano..)
i prezzi sono alti per tutti i prodotti, ma meno ci si uniforma alla massa, come nel caso di chi è vegetariano, più sarà costoso per quest'ultimo "accontentarsi"
il meccanismo è questo.
non è solo a caserta.. questo funziona in ogni luogo per molti più prodotti. riguarda la formazione del prezzo di vendita e non l'onestà o il buonsenso del gestore. e la formazione del prezzo di vendita è mediato anche dalla richiesta del prodotto.
poi se suggerisci di toglierle dal menu, il vegetariano per cosa andrebbe in un locale?
non è un "purtroppo è così" da subire passivamente. si tratta penso di principi di economia alla base delle attività commerciali che per l'appunto sono commerciali, hanno come fine il commercio e quindi l'ottenimento di ricavi dalla loro attività e non quello di sopprimere gli usi e le abitudini delle persone.
niente di più e niente di meno.

seguo il suo blog perchè lo reputo brillante in alcuni passagi, ma disfattista ad oltranza e a priori sulla scena dei locali casertani.

lei può anche incazzarsi per il costo dell'insalata, ma non la stanno sicuramente prendendo in giro se le chiedono un prezzo alto per un prodotto di scarsa richiesta e presenza sul mercato, che in quel momento è il locale stesso.
continui così nella sua opera di racconto di esperienza personale nei locali casertani, ma si ricordi che un buon giudizio critico non si risolve scrivendo con il semplice gusto di andare contro e polemizzare su tutto o quasi tutto.
trovi gli errori che vuole nelle gestioni, nella chiarezza, nei modi che ci sono nei locali di caserta,ma non abbia un unico punto di vista che la rende cieco ad altri fattori sicuramente importanti nelle valutazioni che lei stesso si propone di affrontare.

Anonimo ha detto...

e comunque.. se io le dovessi vendere dell'insalata in un locale, la inviterei gentilmente (con gentilezza) a non acquistarla se non è soddisfatto o disposto a corrispondere la somma di danaro richiesta. cercherei di accontentarla entro le mie possibilità, ma non penso che avendo motivazoini valide da addurre, mi sentirei un disonesto o un soppressore della libertà altrui chiedendole un tale prezzo per il prodotto specifico che ha richiesto.
è giustissima la sua considerazione dalla quale si evince che costi di più una insalata che un panino da mc donald fatto di "pane, carne, salse, cartone, pubblicità ecc.." ma il fatto è che di panini mc donald ne vende 1000 al giorno e così ne abbatte i costi, mentre di insalate ne vende 20. se vendesse più insalata che panini, la mc donald finalmente fallirebbe. ma.. noi consumatori preferiamo i panini, e per questo mc donald vive e prospera.
è solo un esempio.

Capitan Futuro ha detto...

Il punto di partenza di questo blog è che molti gestori puntano sul silenzio del consumatore, che finisce poi col confrontarsi con servizi di scarsa qualità e pagare un conto che non rispecchia quanto offerto.

Sul polemizzare in maniera cieca, beh, mi sembra di aver riportato fatti che mi sono accaduti e che ho potuto osservare.

Se in un locale l'insalata non viene servita, vuol dire che il vegetariano non ci andrà, si dovrebbe cercare di dare la possibilità a tutti di trascorrere una serata tranquilla senza essere "punito" per le sue preferenze.

Se si decide di escludere le insalate dal menu nessuno dirà niente, la moda delle "insalatone" è storia recente.

Non c'erano prima, e la gente usciva comunque.

Fatto sta che come principio non acquisto quelle pietanze che secondo me non hanno un prezzo per cui ne valga la pena.

Forse servirà ad escludere alcune cose dall'offerta, in modo da poter offrire solo quelle che si è sicuri di poter garantire ad un prezzo accettabile, evitando di inserire pietanze solo per moda, solo per essere tra quelli che le servono.

Anonimo ha detto...

suggerimenti locali da "ispezionare"

Guggheneim (o come si scrive)

Gale8

The Hopes

Anonimo ha detto...

Grande CapitanFelafel ! anche io un pò di tempo fa mi riproposi una battaglia di questo tipo, con la proposta (ahimè, irrealizzata) di boicottare questi "ladri" (perchè questo è il termine esatto per definire una persona che si appropria indebitamente del denaro altrui) e i loro "covi"...c'è crisi..per tutti, è vero. Ma non per questo io devo subire ingiustamente la richiesta di 2,50 euro per un coca cola tiepida in un noto bar di via ferrara senza neppure consumarla al banco.All'ingroso la stessa ha un costo pari a 0,33 centesimi di euro. PERCHè IO DEVO PAGARLA 5000 VECCHIE E GLORIOSE LIRE? Per quanto mi riguarda, andrebbe usata la linea dura. Ti consiglio vivamente di ispezionare i seguenti locali: THE HOPS - THADDEUS - CUCUMBER...commenterò volentieri un commento sui tuoi riscontri. Continua così..la sensibilizzazione su questa tematica è cio che stava aspettando da tempo.Il MammaSantissima