martedì 10 aprile 2012

Easter Eggs


Quando le sorprese te le vai a cercare.
Se di Lunedì in Albis ti muovi all’avventura può succedere di tutto, capita di arrivare all’Eremo un “noto” agriturismo e di condividere la tavola con una coppia di sconosciuti.
In molti mi avevano parlato di questa piccola “oasi del gusto” immersa nel verde (in realtà destinato al parcheggio) ed è così che è partita quest’avventura. Dopo un’attesa preventivata di un’ora circa a godersi un caldo sole su una delle panchine ci inoltriamo all’interno per soddisfare i nostri palati.
Tavola preparata alla buona, ma va bene così, sotto con l’acqua e vino della casa, delicato (forse un po’ troppo) e rosso rubino, il litro ci basterà per l’intero pranzo.
Diamo per scontati gli antipasti e si arriva al bivio
- Pappardelle melanzane funghi e provola
- Cavatelli funghi e asparagi
Vado per le pappardelle, o meglio per come me le immagino credo siano più adatte.
Credo.

Più tardi dimenticherò quello che ho immaginato.
Servono gli antipasti,
il piatto individuale comprende:
- crudo
- due fettine di salame
- una fettina di formaggio fresco
- una fettina di frittata
- una fettina di pizza ripiena ai broccoli
A parte il crudo ed il formaggio con sapori pieni e robusti il resto era un po’ troppo “prefatto”.

A seguire fagioli all’insalata (buoni), peperoni in umido (veramente buoni), melanzane grigliate sott’olio (senza voto), olive condite (ideali per un appetizer).
I nostri commensali sono una piacevolissima scoperta, la lunga chiacchierata scalda una giornata freddina, e sorvola un antipasto che non è quella cavalcata nel gusto promessa dalle abbondanti aspettative, il vino della casa è molto piacevole da sorseggiare in compagnia dei nostri nuovi “amici”.
Arriva il momento delle pappardelle, quello che mi si presenta davanti è un piatto che contiene un unico blocco indefinito, che per comodità chiamerò pasta al forno, per comodità.
Ora il punto è questo, se volevano evitare di dare l’impressione di un menu turistico, hanno toppato alla grande, quell’amalgama che stoicamente resisteva granitica alla forza di gravità, era l’unica cosa che si reggeva in piedi alla grande montatura culinaria a cui stavamo assistendo. Inizio a mangiare, ed è proprio come pensavo, è riscaldata.
I miei sogni di un gustoso piatto di pappardelle s’infrangono inevitabilmente, me le immaginavo calde, sciolte e disordinate, testimoni della bontà del territorio, sarà stato il sole della panchina.
Non ci sto, vado avanti e puntiamo ad un assaggio di carne, ed anche qui ci imbattiamo in una carne che per carità è buona, dalla fettina alla salsiccia ma forse trattata con un po’ di “frettolosità”, in compenso le patate al sugo di contorno sono davvero buone, ma veramente.
La nostra compagnia è nel vivo di una conversazione che va dalla sociologia della coppia a belle storie di vita vissuta, è stata proprio una bella sorpresa.
Dolce senza infamia e senza lode, la solita nutellotta (piacevole) e un pan di spagna con crema al cioccolato e panna (carino).

Il totale è 23 euro a persona che per me potevano essere onestamente 18, nel compenso credo che si sia pagato quel che abbiamo mangiato, ma da un agriturismo mi aspettavo molto di più. 

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